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Immobili ASL

Privato
Mercoledì, 20 Novembre, 2024 - 08:45

Cass. civ., Sez. I, Ord., (data ud. 14/12/2023) 27/02/2024, n. 5116, sul trasferimento immobili ASL

MASSIMA

In caso di controversia sulla proprietà di beni immobili tra un'azienda ospedaliera e un comune, il giudice deve esaminare attentamente tutti gli atti normativi rilevanti, compresi i decreti regionali che dispongono il trasferimento dei beni stessi.

ORDINANZA

ORDINANZA

sul ricorso iscritto al n. 18833/2019 R.G. proposto da:

AZIENDA OSPEDALIERA DI RILIEVO NAZIONALE E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE CIVICO G. DI CRISTINA BENFRATELLI, elettivamente domiciliata in ROMA V. GAETANO DONIZETTI 7, presso lo studio dell'avvocato GIAMPORTONE DANIELA (GMPDNL71T49L219D) rappresentata e difesa dall'avvocato DELL'OGLIO ROSARIO (DLLRSR51L05G273U)

- ricorrente -

contro

COMUNE DI PALERMO, domiciliato ex lege in ROMA, PIAZZA CAVOUR presso la CANCELLERIA della CORTE di CASSAZIONE, rappresentato e difeso dall'avvocato TOMASELLO EZIO (TMSZEI58L31G273D)

- controricorrente -

avverso SENTENZA di CORTE D'APPELLO PALERMO n. 2495/2018 depositata il 12/12/2018.

Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 14/12/2023

dal Consigliere dr. MAURO MOCCI.

Svolgimento del processo

L'ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo convenne il Comune della stessa città avanti il Tribunale di Palermo, domandando il rilascio di una serie di unità immobiliari, detenute dal Comune medesimo. Quest'ultimo, ritualmente costituitosi, svolse domanda riconvenzionale per chiedere la declaratoria di usucapione delle predette unità immobiliari.

Attesosi all'istruttoria, il giudice adito rigettò entrambe le domande.

Contro la suddetta decisione si gravava l'ARNS, ma, nella resistenza dell'Amministrazione comunale, la Corte d'appello di Palermo rigettava l'impugnazione, con sentenza n. 2495, depositata il 12 dicembre 2018.

Il giudice di secondo grado affermava che l'ARNAS non aveva offerto la prova di essere proprietaria degli immobili rivendicati, essendo rimaste indimostrate le condizioni, in forza delle quali l'art. 5 D.Lgs. n. 502/1992 e la normativa collegata avrebbero subordinato il trasferimento ex lege della proprietà degli immobili.

Ricorre per cassazione l'ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, sulla scorta di cinque motivi. Resiste con controricorso il Comune di Palermo.

Motivi della decisione

1) Attraverso la prima doglianza, l'ARNAS lamenta la violazione e falsa applicazione dell'art. 5 del D.Lgs. n. 502/1992 e dell'art. 55 della legge regionale siciliana n. 30/1993, ai sensi dell'art. 360 n. 3 c.p.c.

1.b) Con il suddetto motivo, si afferma che la Corte territoriale avrebbe omesso di valutare il Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 18 dicembre 1998, che aveva disposto il trasferimento all'Azienda Ospedaliera Civico di Palermo di "tutti i beni descritti negli inventari già adottati dalla stessa mediante gli atti richiamati nelle deliberazioni n 72678 del 23.12.1996 e n. 6043 del 31.12.1997 che costituiscono parte integrante del presente decreto". Il predetto atto avrebbe operato il trasferimento dei beni in esso previsti, fra cui anche i beni immobili oggetto dell'atto di citazione.

2) Il mezzo d'impugnazione è fondato.

2.a) Invero, all'analisi speculativa del "lungo ed articolato complesso di norme che hanno disciplinato la materia" (pagg. 6 e seg. sentenza impugnata) la Corte d'appello non ha aggiunto il Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 18 dicembre 1998 che pure, richiamando nella premessa le norme in tema di trasferimenti a favore dell'Azienda Ospedaliera di Palermo, disponeva il trasferimento di una serie di beni, già descritti negli inventari adottati dal medesimo Ente. E' dunque evidente che la valutazione circa l'avvenuto o no trasferimento dei beni rivendicati dall'Azienda non avrebbe potuto prescindere dall'esame del predetto disposto normativo e dei suoi allegati, di cui peraltro nella sentenza impugnata nulla si dice.

2.b) In altri termini, il citato decreto - allegato al fascicolo della ricorrente - sancisce la legittimità dell'attribuzione ivi disposta in attuazione del trasferimento previsto dall'art. 5 del D.Lgs. vo 502/1992 e riguardante tutti i beni già appartenuti ai soppressi enti ospedalieri e transitati nel patrimonio dei Comuni con vincolo di destinazione alle allora istituite U.S.L. (Sez. 2, n. 39596 del 13 dicembre 2021).

1.a) Con il secondo rilievo, la ricorrente assume l'omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio, ex art. 360 n. 5 c.p.c., costituito appunto dalla mancata considerazione del Decreto del Presidente della Regione Sicilia del 18 dicembre 1998.

3) La terza e la quarta censura si appuntano sulla violazione e falsa

applicazione dell'art. 2697 c.c., in relazione sia all'art. 5 D.Lgs. N. 502/1992 e all'art. 55 legge reg. Sicilia n. 30/1993, sia all'art. 948 c.c., ai sensi dell'art. 360 n. 3 c.p.c. A fronte del combinato normativo previsto per i trasferimenti dei beni immobili a favore delle Aziende Ospedaliere, sarebbe stato onere probatorio del Comune quello di dare prova dell'insussistenza dei presupposti di fatto, previsti dalle norme nazionali e regionali, per il trasferimento dei beni.

4) Con il quinto rilievo, l'ARNAS deduce violazione e falsa applicazione dell'art. 112 c.p.c., ai sensi dell'art. 360 n. 3 c.p.c., giacché la Corte distrettuale avrebbe erroneamente disatteso la richiesta di C.T.U., finalizzata a quantificare l'indennizzo per l'illegittima occupazione dell'area.

5) L'ultimo motivo è volto a stigmatizzare la violazione e falsa applicazione dell'art. 91 c.p.c., ai sensi dell'art. 360 n. 3 c.p.c., come conseguenza della soccombenza.

Tutti i predetti motivi restano assorbiti dall'accoglimento del primo.

La sentenza impugnata va dunque cassata ed il giudice del rinvio, che si designa nella Corte d'appello di Palermo, in diversa composizione, dovrà verificare se, alla luce del Decreto del Presidente della Regione Sicilia del 18 dicembre 1998, possa o no ritenersi accertata la proprietà dei beni rivendicati dalla ricorrente.

P.Q.M.

La Corte accoglie il primo motivo di ricorso, assorbiti i restanti, cassa la sentenza impugnata in relazione alle censure accolte e rinvia alla Corte d'appello di Palermo, in diversa composizione, cui demanda di provvedere anche sulle spese del giudizio di legittimità.

Conclusione

Così deciso in Roma nella camera di consiglio della Seconda Sezione civile il 14 dicembre 2023

Depositata in Cancelleria il 27 febbraio 2024.

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